Sulla strada del recupero, che è tortuosa e tutta in salita, a volte si materializza una sorpresa. La sorpresa in questione è la scoperta di un circuito serale chiamato “Le Tour du Canton de Genève”, di cui non conoscevo l’esistenza, ma soprattutto un conoscente italiano, Giampaolo, che mi propone di correre l’ultima tappa al posto suo. Ovviamente ai sensi del regolamento la sostituzione è illegale, pena la squalifica del corridore iscritto, ma non ci facciamo spaventare per così poco. La tappa in realtà si svolge in territorio francese, appena oltre il confine, su un percorso di 9,4 km.
Esco dall’ufficio per prendere il tram e alla fermata, con mia sorpresa trovo l’Ansia che mi aspetta. Accidenti, mi sembrava di averla convinta a stare in casa, “guarda che non è nulla di serio”, “è solo una corsetta di 9 km”, “vado solo per fare un piacere a un amico, non ho intenzione di spingere”…ma niente. Lei non abbocca e mi accompagna! Fa di più, si aggrappa alla caviglia e me la porto appresso fino al ritrovo. E’ la prima gara dopo tanto tempo, una serale veloce, atmosfera di festa e per di più in territorio straniero …nessuna scusa l’avrebbe convinta stare in casa. E intanto mi ripete in continuazione: “ma ce la farai a finirla?”, “è vero che spingi”,
“sei sicuro di non farti male?”; dopotutto una piccola componente emotiva è dovuta al fatto di non voler far sfigurare il mio amico: la scorsa gara, su circa 2000 partecipanti, è arrivato penultimo…ma allo sprint!
Intanto ho raggiunto il ritrovo, mi cambio e mi avvio verso la partenza con un’ora di anticipo, nessuno con cui parlare e la tensione che aumenta. Finalmente a pochi minuti dalla partenza riesco a concentrarmi e a calmarmi: devo solo stare concentrato, non strafare e godermi la corsa.
La partenza mostra tutta l’organizzazione elvetica: si parte nelle gabbie (5 per la precisione), a distanza di circa un minuto fra un’ondata e un’altra; inutile dire che io sono nell’ultima. Si parte e scopro che l’Ansia aveva ragione: il 1^ km lo passo a 4’15”….frena la mula, Massimo, o non arrivi al traguardo. Serata caldissima, percorso ondulato con sterrato e asfalto che si alternano. Bella la campagna francese, con casette basse e con gli indigeni tutti fuori di casa ad applaudire. Molto apprezzato il ristoro volante al 5^km, ma molto di più la nebulizzazione arrangiata con metodo artigianale al 6^km: un irrigatore per i campi posizionato a bordo strada. Il caldo, le salite, la fatica mi fanno rallentare ma ormai siamo arrivati, e la vista del gonfiabile è la mitica oasi nel deserto.
Passato il traguardo mi dirigo subito negli spogliatoi per fare la doccia perché i tempi sono scanditi dall’orario dell’autobus. E qui arriva la vera sorpresa: non c’è acqua!!! Le celeberrime organizzazioni svizzera e francese si sciolgono come neve al sole. Doccia (per modo di dire), birra e hot-dog, e rientro a casa. Il tempo? Irrilevante! Sono solo soddisfatto di essere rientrato “nel giro” e contento di aver trovato un circuito serale per l’anno prossimo.
Massimo Frattini
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