Paradossalmente per raccontare la mia prima maratona parto proprio… dalla fine! L’energia recuperata (non so dove) per l’ultimo km, un traguardo che da piccolo diventa sempre più grande. Un’emozione che è il frutto di fatica, felicità, commozione e soddisfazione. Pazzesco.
Nelle settimane passate più di una persona mi ha detto: “Vedrai… la maratona è tutta una questione di testa!”. Ad essere sincero, nel finale di gara non era la testa a dare problemi… ma le gambe!!!
PERCHE’? L’idea di percorrere una maratona prima o poi entra nella testa di chi si avvicina al mondo del running. Anche se nel mio storia, fino a 7 mesi fa, c’era un bel ZERO alla casellina “mezze maratone corse”. Ma l’appetito vien mangiando, ed una sera di novembre davanti all’ennesimo volantino che pubblicizza la MCM2013, scatta l’insano gesto. Fatto. Iscritto.
LA PREPARAZIONE. Non sono fatto per seguire tabelle o programmi strutturati. Imposto allora la mia preparazione in maniera un po’ “stravagante”. Verso metà febbraio un amico mi chiede: “Quanti lunghi hai fatto?” – Ed io: “Uhm… sarà il caso che inizi”. La prima uscita da 32km è stata drammatica. Le sensazioni, pessime.
QUATTRO ORE. Premesso che l’obiettivo principe era quello di arrivare al traguardo, occorreva stabilire un tempo di riferimento. Non l’avessi mai fatto! “Ma no! Puoi fare di meglio!” – “Sul serio?” – “Ma no!”. Lo so, tutti a fin di bene: ma in cuor mio l’idea principale era sempre la stessa. Il traguardo in Piazza Castello.
LA CORSA. Tanta paura per le condizione meteo. Tanta paura anche per tutto il resto! I 22 “tressini” sono ben intenzionati a far bene, ognuno con il suo piano-gara. La mia mattinata passa in compagnia dei pacer delle 3h45” per 23km. Potenza del Duomo, il passaggio al 30km è di poco sotto ai 5’/km! Ma i veri problemi iniziano dal 34km: arriva la fatica. Arrivano i primi crampi. Ma soprattutto arrivano i miei due angeli custodi: Michele e Alberto (ndr, compagni di squadra… “quasi in borghese”) mi accompagnano e mi incitano in questo terribile finale. La loro spinta è una carica impressionante.
E’ FATTA. Incredibile. Una soddisfazione immensa. Il cronometro dice 3h50’… obiettivo raggiunto! Un contatto attraverso una grata, con il quale condivido questa vittoria. Una lacrima che sa di gioia. Gioia infinita.
Roberto Mendicino
Grande complimenti !!! Il mio ginocchio ha ceduto su una lastra di piazza del duomo. Anche se non ti ho visto so che la pacca sulla schiena era la tua. Un gesto che ho apprezzato in un momento di dolore.
RispondiEliminaTu hai vinto, io ho perso una battaglia, ma alla prossima non mi arrendo ...
io ero più emozionato di te che stavi correndo!!!massima stima!!!caino!
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