Come prima esperienza da pecer posso ritenermi proprio soddisfatto.
Tutto è inizio qualche mese fa quando, durante un allenamento, Lamberto dice: “Ho parlato con Gaetano Covizzi (responsabile dei pacer della maratonina) e gli ho dato la disponibilità a fare il pacer alla maratonina di Busto, oltre a me ho dato anche il tuo nome, Carlo, Emiliano e Michela, per te va bene?”. La risposta non poteva che essere: “Sì, però come pacer delle due ore”. Evidentemente non aveva capito il tono un po’ ironico ma ormai era fatta e qualche giorno dopo arriva la conferma di Lamberto per fare il pacer dell’ora e cinquanta. Forse aveva esagerato un po’: solo sette minuti in più del mio personale fatto ormai un anno fa. Ora non restava che prepararsi e sperare di non aver problemi durante la gara. Come test, per verificare quanto riesca a tenere un passo costante, m’iscrivo al giro del lago di Varese. Prova superata! Considerando le maggiori difficolta del percorso sono passato alla mezza in un’ora e cinquantuno minuti tempo ufficiale: ok posso farcela.
Ai primi di ottobre arriva la conferma ufficiale di Gaetano e vedo che sono stato messo a fare il pacer dell’ora e cinquantacinque, cinque minuti in più fanno sempre comodo e ora sono più tranquillo. Con me ci sono Nervei Giovanna e Pizzoli Achille, entrambi della San Marco.
Più si avvicina il giorno della gara e più inizio a pensare alla responsabilità e alla fiducia che ci è stata data, parecchi corridori si affidano ai pacer per fare il proprio personale, spesso l’ho fatto anch’io e a volte mi sono anche lamentato perché andavano troppo veloce o non tenevano un passo costante ma adesso tocca a me fare da pacer e devo cercare di farlo al meglio possibile. Arriva il giorno della maratonina e sapere già con che tempo devo arrivare sembra avere un effetto calmante, effetto che scompare immediatamente appena usciamo e iniziamo a scaldarci, alcuni atleti si avvicinano e subito iniziano a fare domande, il lavoro del pacer è iniziato. Poco prima della partenza foto di rito e via subito nella griglia, ci mettiamo quasi in fondo alla griglia e alle nove e mezza lo sparo e via: ora bisogna pensare solo a correre.
Passiamo sotto il gonfiabile e il crono segna già un minuto e dieci secondi, questo è il tempo che dobbiamo recuperare nei primi chilometri per arrivare nel tempo prestabilito, sfruttando l’euforia della partenza con gli altri decidiamo di tenere un passo leggermente più veloce, circa dieci secondi, in modo da recuperare il gap nei primi chilometri, poi rallenteremo. Al quinto chilometro passiamo in 27’34”, una ventina di secondi di ritardo sulla tabella, avevamo già recuperato più di 40” e siccome tutti sembravano tenere questo ritmo decidiamo di proseguire così. Il decimo chilometro si trova in pista, poco prima del ristoro, qui passiamo in 54’28” siamo in orario, ora dobbiamo solo proseguire così fino alla fine. Purtroppo iniziano le prime defezioni, cerchiamo di incoraggiarli ma preferiscono rallentare per arrivare e noi dobbiamo continuare dicendogli che ci troveremo al traguardo. Proseguendo iniziamo a incontrare altri corridori che hanno deciso di rallentare, cerchiamo di incoraggiarli a seguirci ma non tutti accettano, comunque siamo un bel gruppo di una quindicina di persone. Senza accorgerci arriviamo al quindicesimo chilometro e addirittura siamo in vantaggio di una decina di secondi, proseguiamo e arriviamo al ventesimo chilometro sempre in vantaggio di 10”, ora iniziamo a spronare chi è con noi a fare l’ultimo sprint e fare il proprio personale, incredibilmente quando entriamo nella zona pedonale siamo soli, tutti i corridori che erano con noi hanno iniziato lo sprint finale. Alla fine arriviamo in 1h54’55” e qui ritroviamo i nostri compagni di corsa che ci ringraziano, foto dopo l’arrivo e via a cambiarci. Al ristoro finale troviamo anche chi ha rallentato e comunque ci ringrazia per l’aiuto dato.
Nonostante i timori iniziali e la responsabilità che mi sentivo prima della partenza sono felice di dire che è stata una bellissima esperienza: un modo nuovo, e che mi diverte, per spronare gli altri a correre al meglio, sfidarsi e sentirsi soddisfatti della propria prestazione. Un’esperienza da ripetere!
Il tracciato GPS
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