Nel mese di luglio vedo nella rivista “Runnerun” un programma di 10 settimane su come preparare una mezza maratona con quattro uscite settimanali. Devo dire che la voglia di provare cosa significa fare una competizione di 21km mi attirava da diverso tempo, così decido di provare a cimentarmi per la prima volta. Considerando che sono circa due anni che ho iniziato prima camminando e poi pian piano a correre e non certo con un peso ponderale adeguato, era diventata una sfida tra me e me. Alla fine di agosto sono ai blocchi di partenza e inizio la prima settimana di lavoro in Belgio, mentre ero in ferie. Le prime settimane tutto liscio fino alla comparsa di un fastidio a livello inguinale destro, il quale non accennava minimamente a passare, ogni uscita era sempre presente, questa situazione iniziava a preoccuparmi perché se il fastidio si tramutava in dolore voleva dire che dovevo mollare tutto perdendo la sfida. Feci una visita fisioterapica nel quale mi fu diagnosticato come pensavo la SINDROME RETTO ADDUTTORIA (comunemente conosciuta come pubalgia), la bestia nera per chi pratica attività sportiva. Per non mollare l’obiettivo devo aggiungere alle uscite tanto lavoro di stretching e delle sedute di terapia strumentale TECAR.
Man mano che passano le settimane le uscite si fanno sempre più faticose con la sindrome sempre presente. Durante le domeniche iniziano i lunghi, si passa da 9km a 16km e poi a 20km nell’ ottava settimana, per finire con 14km la settimana prima della gara. Durante i lunghi mia moglie mi seguiva in bicicletta per rifornirmi di acqua e integratori nel momento del bisogno, cosa molto preziosa e non da sottovalutare per portare a termine una gara con uno sforzo (soprattutto per me fisicamente in sovrappeso) prolungato nel tempo. Il giorno prima della gara vado a ritirare il mio pettorale e incontro Marco e Tiziano due amici che mi hanno trascinato convincendomi due anni fa a camminare e poi a correre durante le corse amatoriali IVV. Il momento atteso da 10 settimane è arrivato e dopo una notte insonne e tanta emozione, sveglia alle 7, colazione, prendo la borsa preparata la sera prima ed esco di casa carico come una molla, arrivo a Busto Arsizio parcheggio e mi dirigo verso il punto di ritrovo dove incontro Carlo con il suo gruppo e dopo due chiacchere e le foto di rito alle 9.30 si parte. Adrenalina a mille per i primi chilometri vengo trascinato da un bagno di folla (1800 persone) che corrono come disperati, guardo l’orologio, sto correndo a una velocita di 5'05" al km, troppo veloce per me con questo ritmo di sicuro non arrivo alla fine decido subito di rallentare e di mantenere una velocità media da 6'00" a 6'30" al kilometro. Passati i primi 10 km la fatica inizia a farsi sentire (“mamma mia ne mancano 11”) e sono solo a metà. Arrivo al rinfresco del quindicesimo chilometro, bevo e riparto con la stanchezza sempre più pesante, comincio a cedere, mi assale la voglia di fermarmi ma non posso, che figura farei dopo tanto lavoro, trovo la forza di proseguire. Il pensiero che al 17°km fa servizio il gruppo della tre esse e che di sicuro mi inciteranno mi da la forza di continuare e cosi e stato. Marina, Laura, Walter, Claudio e mio fratello Luciano mi hanno incitato a continuare, riesco a correre fino al cartello che indica il 19°km, non ce la faccio più, mi mancano le forze, i dolori alle gambe mi fanno cedere. Cedo, inizio a rallentare fino a camminare, il pensiero di cedere proprio adesso che mancano 2km mi fa stare ancora più male e dopo circa una ventina di metri riprendo a correre, sono al ventesimo, arriva il ventunesimo, sono stremato, vedo l’arrivo e cerco di trovare un po’ di forza per lo sprint finale. Non la trovo e così con tanta,tanta, fatica porto a termine con immensa soddisfazione la mia sfida tagliando il traguardo, la mia prima mezza maratona a 50anni in 2h 12min 25sec.
Domenico Mazzalovo
In ritardo di 2 anni COMPLIMENTIIII !!!!!!!!!
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