Avevo promesso a me stesso e a chi mi legge che con le maratone in Italia avrei finito.
Ma come si fa a resistere?
E’ in arrivo un alibi! Nelle riunioni settimanali societarie sento cicerare Davide Rossetti con Fabrizio Pogliana sulla 50 Km di Romagna; mi avvicino, mi mostro incuriosito e questi subito mi tendono la trappola. Mi dicono: - “Dai vieni anche tu, ci manca il quinto per riempiere la macchina e inserirci nel team insieme, gli altri due sono Carlo Piccinni e Marco Ermeti”.
Ormai il virus, apparentemente innocuo, è stato veicolato, ma come fare a sottrarsi alla sfida che mi permetterà di mantenere la promessa del niente più maratone in Italia?
Confido in qualche accadimento che possa spostare l’attenzione del gruppo su qualche altra gara meno impegnativa, più vicino casa.
Niente di ciò.
Lunedi 7 aprile arriva l’e-mail di Fabrizio che non avrei voluto leggere: “ISCRIZIONE FATTA”. Non mi è più possibile tirarmi indietro, precostituirmi un alibi.
Bisogna prepararsi velocemente, non ho lunghi dalla maratona di Napoli di febbraio. Sabato 12 faccio un 33 KM, solo soletto per testare gambe e resilienza mentale. L’allenamento lo termino in ottima forma, dopo h.3.20, ma ne mancano ancora 17 KM per arrivare a 50 Km e mi chiedo come si possa affrontare una distanza del genere.
Mi sovviene un ricordo. Quando ero studente universitario alle prese con esami ostici, per costruirmi un atteggiamento mentale positivo e predisponente allo studio, dicevo a me stesso se Tizio lo ha superato, senz’altro sarò in grado di superarlo anch’io.
Conseguentemente se ci sono circa 600 runners che partecipano con successo a una gara del genere, allora anch’io potrò essere tranquillamente uno di loro.
Partecipo alla gara con qualche piccolo problema intestinale che mi costringerà a due fermi tecnici. Corriamo in una giornata assolata con una temperatura di 27° C, in un stupendo paesaggio collinare lungo strade secondarie asfaltate, percorse da una marea di ciclisti e motociclisti. Al ristoro del 35° KM, con mia sorpresa, raggiungo Fabrizio che mi diceva di essere in difficoltà. Corriamo insieme, dal 38° Km, degli accenni di crampi al polpaccio destro mi costringono a camminare e corricchiare. Taglierò il traguardo in circa h 6.20, solo qualche secondo dopo di lui.
Consiglio a tutti i maratoneti di provare, almeno una volta, questa bellissima esperienza.
L’atteggiamento mentale in queste gare è totalmente diverso da quello in maratona dove ognuno comunque si prefigge un obiettivo di tempo; qui l’obiettivo è solo vincere la distanza.
L’autostima è altissima!!!
La promessa, per ora, del basta con le maratone in Italia è stata mantenuta: ora inizieranno le Ultra! (sigh..sigh..)
Rosario Vitolo
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