domenica 21 maggio 2017

DUATHLON: UN’ESPERIENZA DA FARE! (anche per una “scarsina”)

Ormai un annetto fa, per cercare di limitare gli spiacevoli inconvenienti della corsa in cui sono frequentemente incappata nei primi due anni di “attività” (o pseudo tale), ho iniziato anche a pedalare in mountain bike. OK, per me, moglie di un ex-ciclista agonistico, trovare supporto non è stato poi così difficile. E così, anche in questa nuova avventura, come nella corsa, abbiamo iniziato insieme; e così, anche qui, come nella corsa, il livello è notevolmente diverso: una “vera scarsina” verso “uno che va davvero forte” (almeno ai miei occhi). Ma noi ci diciamo sempre: l’importante è divertirsi e condividere un’esperienza. E così le uscite in bici passano serene; certo, mi tira sempre il collo, ma un giorno la “scarsina” arriva al Piccolo Stelvio, non con poca fatica (non a caso il nomignolo virgolettato), ma ci arriva. E allora perché no? Proviamo il duathlon: adocchiamo la Salus Bikerun di Gerenzano, di basso livello ma adatta per la prima volta (i luoghi sono almeno conosciuti; o almeno lo credevo). Staffetta? Eh no…se non riesco nemmeno a fare 6 km di corsa + 19 km di mountain bike mi conviene mollare tutto e dedicarmi al punto croce….

E così decidiamo di andare; Max è dei nostri in questa nuova (per noi) avventura. Raggiungiamo il ritrovo in bici tutti e tre insieme; inutile dire che sono l’ansia fatta a persona, ansia alimentata dalla vista di ragazze in tenuta ciclistica perfetta…che non centrano nulla con me, che non ho nemmeno i pedalini a sgancio rapido e ho pure deciso di correre con i pantaloncini da running ed improvvisare poi un rapido streaptise in area bici per infilarmi i pantaloncini imbottiti, e ripartire. A tutto ciò si aggiunge un ragazzo che inizia a dire: “C’è una salita tosta ed una discesa stretta è scivolosa. In questi due punti è bene che i poco esperti scendano dalla bici e vadano a piedi”. Evviva, iniziamo bene …Vabbè ormai ci siamo: posizioniamo le bici, spilliamo i pettorali (dietro in basso a sinistra! Vero, Max?) sulla canotta giallo-nero-bianca e andiamo all’arco di partenza; bacio di rito a mio marito che si sposta davanti, mentre io come al solito rimango nelle retrovie per non farmi schiacciare. Come sempre, parto troppo veloce per il mio passo e infatti la pago dopo, complice anche il caldo. In qualche modo, spinta dall’incitamento di due treessini doc presenti lungo il percorso, arrivo alla fine della frazione corsa . Raggiungo la bici, cambio ultrarapido dei pantaloncini, occhiali, caschetto e via a pedalare. 2 giri di 9 km: boschi, sterrato, prao, salite e discese (ebbene si, nella discesa fangosa sono scesa dalla bici ma nelle salite ho retto decentemente). Vi assicuro che ho scoperto angoli del parco a me sconosciuti. Al 17° km realizzo che ce l’ho quasi fatta; ormai manca davvero poco: la “scarsina” è quasi arrivata in fondo e allora una lacrimuccia scende dietro gli occhiali. Sotto l’arco sento un sacco di “brava” e mi dico: “Che carini, incitano anche chi arriva in fondo”. Ci metto una ventina di minuti a realizzare che ho vinto; in realtà è mio marito, arrivato ovviamente parecchio prima di me, che me lo fa notare. Il risultato, davvero a sorpresa (di una corsa comunque di “basso livello”), è solo un piccolo piacevole dettaglio di un’esperienza davvero bella, sicuramente da ripetere. Ragazzi, mi sono davvero divertita! Mi sento di consigliarla a tutti. Per me stessa posso dire: BUONA LA PRIMA! E sicuramente ce ne saranno altre.
Buone corse e, magari, anche buone pedalate a tutti!

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