domenica 8 luglio 2012

La mia Brescia no limits - by Michela Zoni

È la prima volta che mi ricordo quasi perfettamente una corsa…e ora la racconto!
Ho qualche livido e graffio soprattutto sulle gambe, sembrerebbe un nonnulla, ma ogni passo mi ricorda la fatica, per nulla faticosa, di ieri: quando fai quello che ti piace fare, non ti accorgi di niente…fino alla fine! Ah ah
Mi è piaciuto tutto, compresa la stanchezza all’arrivo e quella di oggi, perché la soddisfazione di giungere al traguardo distrutta, è appagante, soprattutto quando sai di aver dato tutto e forse anche di più, visto come mi ritrovo conciata ora!

Alla partenza non siamo in molti, ma tutti consapevoli di quanto avremmo dovuto affrontare. Pochi metri di lancio e poi tutta la via interna che porta all’oratorio di S.Eufemia piena di ostacoli: un camion a ribalta da scavalcare, tante gomme di auto accatastate da superare, una piramide fatta con i pallet di legno su cui arrampicarsi x poi scendere dall’altra parte, ben 4 volte, le balle di fieno, enormi, impilate a due a due (ma quanto magnano sti cavalli?) da scavalcare, le ceneri con fumo asfissiante da saltare e due impalcature di legno lunghe un paio di metri da “sotto-passare” strisciando a terra o gattonando! Questo è stato solo l’inizio!
Poi salita. Subito ci si immette in un canalone di rovi e sterpaglie con rocce da scavalcare. Si crea l’imbuto: siamo tutti in fila ad aspettare che le più imbranate si facciano aiutare dai compagni di squadra e non. Anche io, giunta ad un muretto veramente alto, non riesco a salire perché non ci sono appigli. Vedo che alcuni cercano un’altra via, mentre gli altri prima di me si sono fatti tutti aiutare. Emi e Lambe sono rimasti indietro (?) imbottigliati già dietro ai primi ostacoli e impossibilitati nel superare, penso io, e quindi mi sono portata avanti, confidando nella loro velocità e maggior preparazione: prima o poi mi avrebbero raggiunto, solo che ora mi sarebbero stati utili. Un ragazzo, vedendomi in difficoltà, unisce le mani a mo’ di predellino e mi lancia sul muretto!! Grazie podista!
Si prosegue fino ad un passaggio in mezzo ad una grotta di roccia, ci abbassiamo per non pestare le corna e un fotografo, ripiegato su se stesso (non so come faccia a stare così per più di 3 minuti e pure fotografando!), immortala le nostre facce allegre! Poi sempre salita su sentieri minimi, con dirupi a lato e si arriva alla prova del maiale. Io aspetto Emi e Lambe che non arrivano. Mi passa davanti un team e finalmente vedo arrivare Emi, che si butta nel recinto col maiale, lo prende in braccio, foto e via. Sto povero maialino aveva rinunciato a scappare, oramai, dopo non so quante foto fatte, ma di urlare ogni volta che lo si prendeva in braccio, non smetteva: ora di fine gara, gli sarà venuto un infarto!
Si sale ancora, si passa su un versante di montagna tutto esposto al sole e davanti a noi, a dettare il passo, c’è una ragazza che va decisamente piano. Impossibile superare, il sentiero è troppo stretto, fa caldo e ne approfittiamo per vedere il panorama. Appena possibile, io e i miei soci finalmente tutti riuniti, passiamo avanti, saliamo, saliamo e arriviamo ad una fontanella: finalmente un po’ di refrigerio! Butto sotto la testa e bevo un po’. Poi si riparte e passiamo dentro ad un bosco dove tante, tantissime, milioni anzi miliardi di cicale fanno il loro verso…almeno credo che siano cicale…ma forse no! Insomma c’è una grande caciara in questo tratto del percorso che sbocca all’inizio dei famosi 1000 gradini. Guardo su, è infinito…guardo a terra che è meglio! Sento il fiato che da’ il ritmo ai miei passi, e mi aiuto con le mani sulle cosce, la pendenza è elevata e nonostante questo superiamo un team con una donna che arrancava peggio di me: superare qualcuno in salita per me è un evento memorabile!!! Dopo innumerevoli passi, alcuni hanno ancora fiato per commentare che non sono 1000 ma 998 e che tornano giù a farne altri 2, noi scolliniamo e finalmente inizia la mia amata discesa. Non riesco subito a correre, i quadricipiti sono duri ma piano piano seguo Lambe che si era già lanciato giu per il sentiero e arriviamo ad uno spiazzo dove ci attende una corda che dobbiamo utilizzare per salire su una collinetta: meno male che si possono usare le braccia! E useremo pure le mani poco più avanti perché c’è da sparare! Arriviamo infatti alla prova del tiro a segno: qui si spara! 8 colpi a testa: Io in piedi, lambe in ginocchio ed Emi a terra. Non è obbligatorio colpire il cartone che fa da bersaglio, basta sparare. Così ripartiamo subito alla grande anche perché era giunto il team che avevamo superato prima. Siamo di nuovo in discesa! Chiediamo il passo e superiamo un fracco di atleti, anche qualche altro team e penso che siamo messi bene per la classifica finale. Mi scapicollo giù a manetta, le gambe girano e finalmente vedo il 4’ nel mio garmin! I miei compagni sempre dietro e non ci risparmiamo in nulla. Il camel bag non da’ fastidio e, anche se l’acqua oramai è calda, è troppo utile  e comodo bere dalla cannuccia: grazie  Pierpaolo! Lambe indossa ancora la cuffia che avevamo alla partenza, sì la cuffia per nuotare! La bagna e la usa a mo’ di cappello, è ridicolo e superlativo al tempo stesso!
Si giunge così al castello, non senza aver affrontato ancora una scalinata, che io e Lambe camminiamo, mentre il polivalente Emi la corre tutta alla grande!!! Al castello i miei uomini devono segare i pezzi di legno, mentre io mi lancio con la zip-line giù dalle mura. Aspetto l’imbragatura che tarda 3 minuti ad arrivare: ci sono troppi concorrenti in fila! La mia scivolata lungo la corda è una goduria: finalmente sto seduta un attimo!! Lascio andare gambe e braccia e urlo, mentre il fotografo scatta e gli spettatori/atleti guardano, oltre a me, anche tutti i concorrenti, che si calano dalla parete laterale. Pronti via, di nuovo correndo verso il camion dove depositare i tronchi di legno: noi poco furbi, abbiamo segato 3 pezzi enormi e pesanti, Emi però non si lamenta e farà quasi un km portandoseli dietro. Ma il peggio è passato oramai e dopo esserci liberati delle zavorre, corriamo un pezzo brutto, sulla strada assolata, che non mi piace per nulla…e infatti lì, in leggera salita, cammino. Ma c’è un’altra fontanella e ci tuffiamo sotto, non sapendo che di lì a poco ci sarebbero stati i famosi 3 laghetti da superare a nuoto. Infatti arriviamo in questo parco immerso nel verde, dove ci togliamo il camel-bag per guadare: Emi si tuffa proprio!!! Ma l’acqua è stagnante e se all’inizio sembrava fresca, dando un senso di goduria immenso, poi ci rendiamo conto che è quasi calda, soprattutto il secondo stagno da girare lungo il bordo camminando nel fango putrido. Usciamo dal secondo guado che siamo tutti melmosi. Rimane l’ultimo passaggio, sempre nuotando, dove l’acqua sembra più pulita, ma i sassi che ci ritroviamo nelle scarpe alla fine, non sono per nulla piacevoli: provate voi a correre gli ultimi 3 km con tanti piccoli sassolini che ti bucano i piedi!
Alla fine pure loro si rassegnano a stare in un angolino e prendono posto per dare il meno fastidio possibile: penso a Jovannotti…le scarpe piene di sassi…avrà provato pure lui a correrci sopra?
Dimenticavo la prova più divertente, nella quale il ns pres si è proprio cimentato con energia (quasi esaurita del tutto..ah ah ah) e furore: la rete! Fra un laghetto e l’altro, tirata in mezzo a diversi alberi ad un’altezza di due metri circa, c’era una rete da superare “camminandoci” sopra. Si saliva tramite una scaletta a pioli, che penzolava dalla rete (e già salire su quella era un impresa, se nessuno la teneva ferma!), poi una volta sopra, bisognava gattonare sulla rete di corda grossa e lunga un tre metri, fino a scendere come i trapezisti del circo, con una bella capovolta in avanti. Ecco lì è stato bellissimo lasciarsi andare senza paura e fidandosi degli addetti che mi dicevano di buttarmi tenendomi ovviamente stretta stretta. Il Lambe era tutto incastrato nella rete come un pesce!! Ah ah d’altra parte eravamo appena usciti dallo stagno! Una signora mi consegna il suo pettorale che si era strappato dalla maglia e gli era caduto, ma il bello era vederlo arrancare verso la fine della rete, cadendo di testa, faticando a tenere l’equilibrio, per poi lasciarsi andare con timore e senza aver ben capito come fare per scendere. Più facile a farsi, che dirsi, è stato il suo commento!! Mitico lui come la fine di questi quasi 20 km…di nuovo gli stessi ostacoli dell’inizio da rifare al contrario. Due piramidi, le balle di fieno e a gattoni per terra, per poi arrivare tutti e tre insieme per mano con le braccia alzate, felici di aver concluso l’avventura in meno di 3 ore e soprattutto al quarto posto. Le mie sensazioni sulla classifica non erano sbagliate e sono felicissima! Grazie ai miei compagni per avermi dato la possibilità di vivere questa corsa che desideravo tanto provare!!

miky

1 commento:

  1. Complimenti, uno racconto avvincente.una gara del genere con tutti quegli ostacoli non l'ho mai fatta.da ciò che racconti sembra sia stata troppo divertente anche se faticosa.in futuro se ne faranno altre mi piacerebbe provara a farla. Ciao

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